ORTE ETRUSCA E ROMANA
Situata su un
alto colle tufaceo domina la media valle del Tevere, Orte ha avuto
sin dall’antichità un ruolo primario di controllo delle vie di
comunicazione. Alcuni reperti archeologici risalenti al Paleolitico
inferiore e conservati presso il Museo Pigorini di Roma, documentano
la presenza umana già dalla preistoria. L’epoca etrusca ha lasciato
varie necropoli nel territorio oratane; oggetto di scavo sono state
quella del colle di S. Bernardino e quella delle Piane, ai piedi
della rupe cittadino. La necropoli di S. Bernardino è un sito ove è
possibile osservare ancora, tra la fitta vegetazione, i sepolcri
scavati nel tufo, articolati su più gradoni e costituiti da tombe a
camera. Gli scavi condotti nel 1837 e nel 1939, hanno riportato alla
luce corredi funerari oggi esposti presso i Musei Vaticani. I
reperti degli scavi più recenti delle due necropoli vengono esposti
con altro materiale posteriore nel Museo Civico in allestimento
nella ex chiesa di S. Antonio. Con Virgilio nell’Eneide si ha la
prima fonte in cui si ricorda l’intervento delle “flotte” ortane in
aiuto a Turno contro l’errante Enea. Secondo Tito Livio presso la
valle dove ancora oggi esiste il mitico Lago Vadimone, nelle
vicinanze di Orte, furono combattute due importanti battaglie tra
gli eserciti romano ed etrusco, rispettivamente nel 310 a.C. e nel
283 a.C.. Da quelle guerre, come scrive lo storico romano, “…fu
abbattuta la potenza degli Etruschi”. Sotto la dominazione romana,
Orte divenne municipio godendo di un lungo periodo di prosperità
economica nel suo territorio. Di quest’epoca è la costruzione della
via Amerina, importante arteria stradale che collegava Roma con le
città dell’Umbria. L’Amerina passava ad ovest di Orte ed
attraversava il Tevere non come vuole la tradizione locale, cioè
presso il cosiddetto ponte di Augusto, i cui resti sono ancor
visibili oggi sotto la città e che dovrebbero risalire al Medioevo,
bensì più a monte, presso la località di Seripola. Nel 1962 durante
i lavori della costruzione dell’Autostrada del Sole, vennero alla
luce presso questa località, importanti emergenze archeologiche di
un porto fluviale sul Tevere. Il sito è costituito da un complesso
architettonico con resti di un approdo su tre livelli, due assi
stradali su cui si aprivano le “tabernae”, magazzini, abitazioni e
impianti termali. Secondo alcuni storici, questo luogo è il
Castellum Amerinum citato nella Tabula Peuntigeriana. Dai
rinvenimenti ceramici, durante gli scavi, si può riconoscere una
frequentazione di questo luogo si dall’epoca arcaica e che vide nei
secoli II d.C. e V d.C. il massimo splendore.
Reperto situato
nell'atrio del palazzo comunale |